Affrontare una qualsiasi malattia oncologica non è semplice; si tratta di un evento traumatico che scatena una serie di emozioni, paure, pensieri e cambiamenti che sconvolgono radicalmente la vita della persona. Il grande carico emotivo fatto di ansie e dolore, diventa ancora più pesante quando ad essere interessata è la parte del corpo femminile per antonomasia: il seno. Nella metamedicina il seno ha un alto valore simbolico: rappresenta la maternità, la fertilità e la prosperità. Il cancro al seno è pertanto una ferita dell’intimità femminile e della propria identità che crea una perdita di autostima ed importanti ripercussioni psicologiche. Il cancro al seno rappresenta pertanto per le donne un nemico temuto, infido e purtroppo molto comune: in Italia 1 donna su 8 si ammala. Fortunatamente la mortalità si è drasticamente ridotta negli ultimi anni. Ma una volta vinta la battaglia della sopravvivenza, subentra una nuova sfida: quella di imparare a vivere meglio dopo i trattamenti.
La chirurgia lascia una traccia indelebile: la perdita di forza e del range di movimento dell’arto affetto e la sindrome dolorosa che spesso li accompagna, rendono difficili attività come vestirsi, rifare il letto, cucinare ecc.; le pazienti spesso manifestano facile affaticabilità e difficoltà a svolgere anche le più banali attività quotidiane e lavorative. Si genera pertanto un circolo vizioso: il dolore invita al non uso, il non uso contribuisce ad aggravare la limitazione funzionale, rendendo ancora più complesso il quadro clinico. L’attività motoria per le pazienti che hanno subito una operazione al seno rappresenta pertanto un importante momento rieducativo per un completo recupero funzionale e per la prevenzione di possibili complicanze, tanto è vero che “Le linee guida dell’American Cancer Society” raccomandano alle sopravvissute di cancro al seno di evitare l’inattività e di praticare almeno 150 minuti di attività fisica a settimana. Essa non solo migliora la condizione fisica generale e crea un incoraggiamento positivo che permette di sentirsi subito meglio, ma diminuisce anche il rischio di recidive. Una volta appurata l’importanza dell’esercizio fisico, è necessario capire su quale tra le tantissime proposte orientarsi. Occorre ovviamente un’attività fisica mirata.
Il Pilates è particolarmente idoneo perché delicato, dolce e sicuro. La grande varietà di esercizi del metodo aiuta a sviluppare la flessibilità e la forza muscolare, migliorano il metabolismo e le funzioni linfatiche, circolatorie e respiratorie. Migliorano inoltre l’equilibrio e la coordinazione e favoriscono la concentrazione ed il relax. Per queste ragioni il Pilates è un approccio eccellente per migliorare la qualità della vita delle sopravvissute al cancro al seno.
Il programma di esercizi si chiama Pink Ribbon Program, può essere iniziato a distanza di 6 settimane dall’intervento previa guarigione completa delle ferite e soltanto secondariamente alla fisioterapia. Il programma di recupero si articola in 4 punti cardine:
- GINNASTICA RESPIRATORIA. La chirurgia compromette frequentemente i muscoli del torace (gran pettorale, dentato anteriore) con conseguente rigidità della cassa toracica e difficoltà respiratorie. Attraverso la ginnastica respiratoria è possibile recuperare la funzionalità dei muscoli lesi e l’elasticità della cassa toracica, aiutando a sciogliere le aderenze e il tessuto cicatriziale. Inoltre la ginnastica respiratoria ha anche l’obiettivo di favorire il riflusso della linfa (drenaggio linfatico) prevenendo il linfedema, e quello non meno importante, di allontanare le tensioni e ridurre lo stress.
- MOBILIZZAZIONI DEL CINGOLO SCAPOLO OMORALE, il cui obiettivo è il recupero dolce e graduale del movimento del braccio e della spalla
- ESERCIZI DI CONDIZIONAMENTO MUSCOLARE per incrementare la forza nel braccio affetto, nel torace e nella parete addominale, che subisce un grosso indebolimento dopo interventi di ricostruzione con tecnica TRAM o DIEP
- RIPROGRAMMAZIONE POSTURALE. Le donne che subiscono una mastectomia tendono a portare avanti le spalle e ad assumere un atteggiamento cifotico, causa di forti tensioni a livello toracico e cervicale. Il lavoro di riprogrammazione ha lo scopo di correggere questi atteggiamenti posturali sbagliati e attraverso esercizi di allungamento, di alleviare le tensioni muscolari causa di dolore.
La chirurgia plastica crea limitazioni ancora più marcate perché per la ricostruzione vengono utilizzati altri muscoli (retto e trasverso addominale e gran dorsale) con conseguente indebolimento del centro e forte predisposizione al mal di schiena. Il pilates ristabilisce il disequilibrio e attraverso il lavoro di rinforzo del muscolo trasverso dell’addome ridona stabilità al tronco e svolge un’eccellente azione preventiva nei confronti del mal di schiena. Incrementa inoltre la propriocettività, spesso persa dopo l’intervento a causa di lesioni a muscoli e nervi
Il programma è utile anche per prevenire gli effetti collaterali delle terapie farmacologiche, quali l’osteoporosi, le artralgie e l’aumento di peso.
Le lezioni vengono effettuate solo sui macchinari, poiché grazie al loro utilizzo il movimento è assistito e sicuro. Gli esercizi sono del tutto modificabili ed adattabili e vengono eseguiti nelle posizioni più confortevoli.
Il Pilates è per tutte le donne che combattono ogni giorno, che vogliono urlare il loro diritto alla vita, che desiderano stare bene e tornare a sentirsi in armonia con il loro corpo, riappropriandosene.
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