È ormai accettato dall’intera comunità scientifica, nonché dall’opinione pubblica, il concetto secondo il quale uno stile di vita attivo è essenziale per il mantenimento della salute e dell’efficienza dell’organismo. Lo dimostra il fatto che negli ultimi decenni le più importanti istituzioni in tema di sanità abbiano proposto, spesso in maniera sinergica, campagne educative di sensibilizzazione che incoraggiano l’attività fisica. Per comprendere il perché il movimento sia essenziale ai fini della salute, dobbiamo partire dalle origini. L’attività fisica ha svolto un ruolo fondamentale nell’evoluzione della nostra specie: i nostri progenitori dovettero camminare, correre, arrampicarsi, saltare , in altre parole, sviluppare tutte le abilità motorie di base per vivere e per garantire la sopravvivenza della specie. Successivamente, con l’avvento dell’industrializzazione e dell’informatica, di pari passo con l’aumento della sedentarietà, sono cresciuti in modo vertiginoso il tasso di obesità, l’incidenza delle malattie cronico degenerative e la mortalità ad esse associata. Per cui nel ventesimo secolo, dopo aver dedicato molte energie per eliminare lo sforzo fisico dalla sua esistenza attraverso le macchine e la tecnologia, l’uomo si è progressivamente reso conto di essere stato concepito per muoversi e agire con il proprio corpo e da qui la consapevolezza che il movimento è un insostituibile strumento per prevenire l’insorgenza di molte malattie. Sia in termini di prevenzione che di mantenimento dell’efficienza fisica, i benefici sono tanto maggiori quanto più precoce è l’approccio alla pratica sportiva. Diverse evidenze dimostrano che l’attività fisica in età scolare è in grado non solo di agire positivamente sullo sviluppo corporeo, prevenendo il sovrappeso e i paramorfismi, ma anche di favorire le funzioni cognitive, il controllo delle emozioni, l’apprendimento, il senso di responsabilità, la socializzazione e la formazione della personalità. Tuttavia il movimento non deve essere considerato appannaggio esclusivo dei giovani e delle persone sane; esso è infatti in grado di ritardare i processi degenerativi fisiologici che si instaurano con l’avanzare dell’età e spesso può aiutare a risolvere o ridurre uno stato patologico. Rachialgie, dolori muscolo-scheletrici e articolari, osteoporosi, disfunzioni endocrine, insufficienza respiratoria sono solo alcune della situazioni che possono essere prevenute o alleviate da un programma di attività fisica opportunamente modulato. Da diversi studi sperimentali è emerso che chi svolge regolarmente attività fisica ha un rischio 3 volte più basso rispetto ai soggetti sedentari di andare incontro ad accidenti cardiovascolari e morte prematura. La base scientifica di ciò va ricercata nel fatto che l’attività fisica è in grado di agire sui principali fattori di rischio cardiovascolare: aiuta a controllare il peso corporeo; abbassa i valori pressori a riposo; riduce i trigliceridi plasmatici e il colesterolo totale, normalizzando il profilo lipidico e riducendo il rischio di aterosclerosi; migliora significativamente la sensibilità dei vari tessuti all’azione dell’insulina, contribuendo a mantenere la normoglicemia sia nei soggetti sani che nei diabetici. Tuttavia muoversi fa bene non solo al corpo, ma anche alla psiche: durante e nell’immediato post-esercizio, infatti, aumenta il rilascio da parte dell’ipofisi delle β-endorfine, gli oppioidi endogeni che esplicano effetto analgesico, aumentano il senso di benessere e migliorano l’umore e l’autostima. Quindi l’attività fisica è efficace per mantenere in salute il proprio corpo, facilita il mantenimento di un peso ottimale e aumenta il benessere fisico e mentale. Attività fisica intesa come prevenzione e come cura. Uno strumento capace non solo di aumentare le aspettative di vita, ma anche di migliorare la sua qualità; di dare vita agli anni e anni alla vita. Non ci resta che muoverci!!
Settembre 22, 2016
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