Joseph Hubertus Pilates nacque in Germania, nei pressi di Dusseldorf, nel 1880 da genitori di discendenza greca e tedesca. Affetto da asma, rachitismo e febbre reumatica, Joseph dedicò la sua adolescenza allo studio dell’anatomia e del movimento umano, convincendosi che la causa di una salute precaria fosse da ricercarsi nella sedentarietà associata ad una postura scorretta e ad una respirazione inefficace. Nel 1912 si trasferì in Inghilterra, dove lavorò come circense e istruttore di autodifesa per la polizia locale fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, quando fu rinchiuso in una prigionia a Lancaster insieme ad altri connazionali. Durante i mesi di prigionia organizzò l’allenamento per se stesso e per i suoi compagni, in un modo così efficiente che nessuno di loro contrasse l’influenza epidemica che nel 1918 uccise migliaia di Inglesi. Probabilmente grazie a questo successo Joseph venne in seguito trasferito dalle autorità britanniche sull‘isola di Man, dove gli fu affidato l’arduo compito di “rimettere in piedi” soldati menomati ed immobilizzati. Fu allora che ideò e costruì i primi macchinari per la riabilitazione applicando una serie di molle ai letti dei pazienti con lo scopo di aiutarli a ritrovare e a mantenere il tono muscolare. Da questa idea nacquero successivamente la Cadillac e l‘Universal Reformer, gli attrezzi protagonisti del suo metodo. Dopo la guerra Joseph fece ritorno in Germania, ad Amburgo, dove lavorò come preparatore fisico del corpo di polizia locale. Tuttavia, in seguito alle pressioni del governo tedesco affinché insegnasse il proprio programma di esercizi all’esercito tedesco, nel 1926 Pilates, che era pacifista convinto, decise di lasciare la sua patria alla volta degli Stati Uniti. Qui introdusse la sua tecnica nella capitale della danza e del teatro, New York, fondando il suo studio accanto alla sede del New York City Ballet e suscitando l’interesse di atleti, ballerini ed attori. Nel 1945 codificò la sua tecnica, cui diede il nome di “Contrology” nel libro “Return to Life”, in cui egli stesso dimostra i suoi 34 esercizi originali sul materassino, il programma “Matwork”, in una serie di foto accompagnate da istruzioni dettagliate. Il lavoro si estese poi al perfezionamento di particolari attrezzi, alcuni dei quali sono giunti fino a noi. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1967, il suo studio fu gestito prima dalla moglie Clara e successivamente dalla sua allieva più devota, Romana Kryzanoswska, alla quale Pilates affidò il difficile compito di diffondere il suo metodo nel pieno rispetto della sua autenticità.
Luglio 18, 2016
Luglio 21, 2016 at 8:31 pm
Sei grande Simona!