Il mantenimento di un buon controllo metabolico può modificare positivamente la storia naturale della
malattia diabetica e l’esercizio fisico rappresenta un’importante misura terapeutica. Non a caso l’American
Diabetes Association ha più volte ribadito l’importanza di un programma di esercizio di lunga durata nel
trattamento della patologia e nella prevenzione delle sue complicanze. Numerosi studi testimoniano gli
effetti benefici di un regolare programma motorio sul metabolismo dei carboidrati, sulla sensibilità insulinica
e sul controllo glicemico. La spiegazione risiede nel fatto che il muscolo scheletrico rappresenta il principale
sito metabolicamente attivo nella captazione del glucosio, di conseguenza l’attività fisica ne aumenta
l’assorbimento nelle cellule, riducendo significativamente il fabbisogno dei farmaci ipoglicemizzanti e
contribuendo a regolarizzare la glicemia. Inoltre, come ben risaputo, l’attività fisica ha un effetto benefico
sui fattori di rischio cardiovascolari che soventemente si presentano in concomitanza alla malattia diabetica.
Variazioni dello stile di vita sono pertanto il cardine del trattamento e l’esercizio fisico è una componente
chiave non solo nella prevenzione ma anche nella gestione del diabete, specialmente di quello di tipo 2, nel
quale l’intervento farmacologico gioca un ruolo soltanto secondario. Una volta appurata l’importanza
dell’esercizio, è necessario determinarne tipo ed intensità.
Per anni si è pensato che l’attività aerobica fosse la scelta più appropriata; si temeva infatti che attività
intense, proprie dell’allenamento di tipo anaerobico, potessero peggiorare il quadro
clinico. Successivamente si è osservato che anche l’esercizio di resistenza può avere vantaggi significativi in
soggetti con diabete di tipo 2, migliorando la sensibilità all’insulina e determinando cambiamenti sostanziali
nella composizione corporea. Recentemente è venuto alla ribalta il metodo Pilates, avente il grande
vantaggio di essere una forma di esercizio altamente controllata ed adeguabile ad esigenze specifiche,
pertanto adatto anche per i diabetici, i quali possono trarne notevoli benefici sia sul piano fisico che su
quello emotivo.
Dal punto di vista fisico, il Pilates riesce ad incorporare l’allenamento aerobico in quello di resistenza,
garantendo i benefici dell’uno e dell’altro in un’unica seduta. Esso, infatti, permette di svolgere un
programma di forza, con risultati simili a quello del sollevamento pesi tradizionale, ma con minor impatto
sui parametri cardiovascolari (pressione arteriosa e frequenza cardiaca) e sulle articolazioni e con recuperi
minimi tali da garantire al tempo stesso anche un training di tipo aerobico. Tutto ciò permette di ottenere
una riduzione ponderale con aumento della massa magra a discapito di quella grassa, con conseguente
miglioramento del profilo lipidico, una migliore sensibilità insulinica, un maggior controllo glicemico e una
riduzione dei fattori di rischio cardiovascolari. Tonificando i muscoli profondi del “core” determina una
sostanziale riduzione della circonferenza vita, abbassando ulteriormente il rischio cardio-metabolico e
migliora la funzionalità del sistema digerente, spesso problematica in chi soffre di diabete. Il programma è
molto utile anche per migliorare lo stato del sistema vascolare, spesso compromesso a causa dell’istaurarsi
della macro e della microangiopatia e nel caso in presenza di neuropatie, perché migliora coordinazione,
propriocettività ed equilibrio.
Dal punto di vista psichico, bisogna considerare che il diabete ha un elevato impatto emotivo ed è molto
sensibile allo stress; i fattori stressanti innescano una cascata di reazioni endocrine che alterano negativamente la
glicemia e i parametri cardiovascolari. Il programma di esercizi del metodo pilates, essendo del tutto
adattabile alle esigenze e ai gusti dell’individuo, non genera preoccupazioni e disagio e risulta generalmente
piacevole sin dall’inizio; riduce i livelli di stress ed ansia, grazie anche all’utilizzo della respirazione e
dell’ambiente di lavoro intimo e familiare, e incoraggia il diabetico ad entrare in sintonia col proprio corpo,
a prenderne consapevolezza e a riconoscerne segni e sintomi al fine di migliorare la gestione della malattia.
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